Cobie: trading a lungo termine

Autore dell'articolo: Thejaswini M A

Traduzione dell'articolo: Block unicorn

 

Prefazione

Nel 2012, Jordan Fish, conosciuto come Cobie, aveva 200 dollari e un dilemma.

All'epoca era uno studente di informatica all'Università di Bristol e lavorava in un supermercato Tesco per pagarsi l'affitto, vivendo una situazione... non proprio ideale. Per un ragazzo della classe operaia, la regola base dell'università è: hai bisogno di soldi per vivere, ma anche di tempo per studiare, e ci sono solo 24 ore in un giorno. Così, prese 200 dollari e comprò del bitcoin.

Chiaramente fu la decisione giusta, ma non nel modo che pensi.

Se Cobie avesse semplicemente tenuto quel bitcoin, senza mai toccarlo, senza mai scambiarlo, né usarlo per qualcosa di interessante o stupido, oggi avrebbe circa 300.000 dollari. Per qualcuno che partiva da 200 dollari, è davvero una somma che cambia la vita.Ma non è il livello da “tutti i cripto influencer sono miliardari”, e nemmeno quello del “tizio che ha venduto un podcast NFT per 25 milioni di dollari”.

La parte più strana della storia di Cobie è ciò che accadde tra quei 200 dollari e il suo ritiro. Perché la narrazione che le criptovalute vogliono raccontare è: compri la magica moneta di internet, la tieni, il prezzo schizza alle stelle e alla fine diventi miliardario. Ma la storia reale di Cobie è più simile a: compri la magica moneta di internet, provi a crearne una tua, fallisci, trovi un lavoro normale, poi torni nel mondo cripto, sviluppi prodotti, smascheri truffe, lanci un podcast, lo sospendi quando lo sponsor fallisce, poi crei una piattaforma di fundraising e infine Coinbase la acquisisce per 375 milioni di dollari.

È una storia ancora più incredibile, che rivela alcune verità scomode sul modo in cui si crea ricchezza nel settore delle criptovalute.

La lezione di Maxcoin

Nel 2014, Cobie fece ciò che farebbe qualsiasi appassionato di criptovalute ventenne: aveva solo un po' di bitcoin, ma con grande fiducia, tentò di creare un bitcoin migliore. All'epoca, quasi tutti cercavano di creare un bitcoin migliore. Il punto di forza di Maxcoin era la sua velocità superiore rispetto a bitcoin e l'uso di un algoritmo di hash diverso (Keccak invece di SHA-256), cosa che allora sembrava importante.

Cobie collaborò con il giornalista finanziario Max Keiser, che oggi è consigliere per il bitcoin del presidente di El Salvador.Questo dimostra sia quanto la gente prendesse sul serio la cosa, sia quanto tutto ciò sia poi diventato irrilevante. Il lancio di Maxcoin fu davvero entusiasmante. Fu una delle prime “celebrity coin”, e curiosamente anticipò di circa sette anni il concetto di “meme coin”.

Poi è andata a zero.

Quando arrivò il bear market nel 2015, il prezzo di Maxcoin crollò e il progetto scomparve. Se vuoi trovare prove dell'esistenza di Maxcoin, devi fare delle vere ricerche, perché il mercato l'ha completamente dimenticata.

Ma Cobie non se ne dimenticò. Da quel fallimento imparò che l'essenza delle criptovalute non è la tecnologia, ma i meme di rete, le storie e la comunità. Anche se crei il prodotto tecnicamente migliore, se nessuno se ne interessa, non conta nulla.

Questa lezione sarebbe bastata a rovinare la maggior parte delle persone. Eppure Cobie, miracolosamente, ne fece tesoro e nei dieci anni successivi ne dimostrò la validità con i fatti.

Guadagnare senza volerlo

Dopo aver lasciato Maxcoin, Cobie fece una scelta saggia:trovò un lavoro normale. Lavorò in diverse startup tecnologiche, tra cui Monzo, che sarebbe poi diventata una delle più grandi fintech del Regno Unito. Si occupava di product management, cioè di chi sa come sviluppare prodotti software ma non vuole più scrivere codice in prima persona.

Poi, intorno al 2020, tornò nel mondo delle criptovalute.

Non in sordina, né in modo timido, ma proprio nel momento in cui la DeFi stava per conquistare il mondo, quando tutti quelli sopravvissuti al precedente bear market stavano per sembrare dei geni.

La DeFi stava esplodendo e anche gli NFT erano sul punto di una crescita esponenziale. Tutte le tendenze si stavano unendo. Cobie fu tra i primi a sostenere Lido Finance, un protocollo di staking liquido che oggi è il secondo più grande per valore totale bloccato nella DeFi. Non era solo un investitore o un consulente; intuì con grande anticipo che la transizione di Ethereum al proof-of-stake avrebbe generato una forte domanda di soluzioni di staking liquido.

Nell'ottobre 2020, Cobie e un altro analista cripto, Ledger, lanciarono un podcast chiamato UpOnly. Il format prevedeva lunghe conversazioni non preparate con le figure più influenti del settore cripto su temi di attualità. Intervistarono Vitalik Buterin e anche Sam Bankman-Fried (prima che finisse in prigione). In pratica, intervistarono tutti i personaggi chiave del settore.

UpOnly divenne un must, creando una dinamica particolare.Cobie ricopriva contemporaneamente i ruoli di commentatore di mercato, consulente di protocolli, investitore e celebrità mediatica. I progetti menzionati su UpOnly vedevano i loro prezzi oscillare di conseguenza. Un'influenza che di solito richiede le policy di disclosure delle banche d'investimento e delle informazioni materiali non pubbliche (MNPI).

Investì la maggior parte dei suoi fondi in bitcoin ed ethereum, solo una piccola parte in altre criptovalute (meno dell'1% del suo portafoglio), quasi mai usando la leva finanziaria, e considerava tutto a valore zero finché non c'erano prove concrete del contrario.Le sue parole::

“Quasi mai uso la leva, e quando lo faccio è per ridurre il rischio, non per aumentarlo, credo che molti non lo capiscano. Negli ultimi 5 anni forse ho usato la leva per aumentare il rischio solo tre volte, in tutta la vita forse 15 volte, e non sono mai andato all-in. Negli ultimi dieci anni sono andato all-in solo su bitcoin ed ethereum. Quando compro altri asset, tengo il rischio al minimo, perché finché non si dimostra il contrario, li considero a zero. Quindi il rischio è sempre inferiore all'1% del portafoglio liquido. E il portafoglio liquido è solo una piccola parte del portafoglio totale, per essere pronto a eventuali errori futuri.”

Questo è l'opposto dei consigli che si sentono nel mondo cripto. Di solito ti dicono di comprare una “influencer coin” con leva 5x sentita da un account anonimo, tenerla fino a 100x e poi comprarti una Lamborghini.

Il metodo di Cobie ha chiaramente funzionato, ma il modo in cui ha avuto successo suggerisce che la narrazione dell'arricchimento facile con le cripto sia sbagliata.

I problemi del watchdog

Nel 2022, Cobie fece qualcosa che forse gli costò dei soldi, ma gli valse un altro tipo di reputazione. Pubblicò dati blockchain che mostravano attività sospette da parte di dipendenti Coinbase. In particolare, qualcuno sembrava aver acquistato token prima che Coinbase annunciasse la loro quotazione, un classico caso di insider trading.

In seguito, la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti avviò un'indagine e il Dipartimento di Giustizia intentò una causa. L'ex product manager di Coinbase Ishan Wahi fu condannato a due anni di carcere.

Queste cose ti rendono un eroe nella comunità cripto, ma probabilmente ti precludono un lavoro nella maggior parte delle aziende del settore. Se sei un grande exchange e stai pensando di quotare un nuovo token, vuoi davvero che chi ha smascherato l'insider trading dei concorrenti lavori come consulente per il tuo progetto? Sarebbe un bel grattacapo.

Ma Cobie ha tenuto duro. Ha continuato a smascherare truffe, a mettere in discussione le narrazioni, a dire in pubblico cose scomode.

Nel novembre 2022, con il crollo di FTX, Cobie si trovò nei guai. In realtà, ebbe più di un problema.

Il primo problema era che UpOnly aveva accettato la sponsorizzazione di FTX. Non era un segreto. Sam Bankman-Fried era stato ospite del podcast. Il logo di FTX era presente nel programma. Se guardi le vecchie puntate, lo noti: è come un monumento che testimonia decisioni che allora sembravano legittime, ma oggi sono prove di errori disastrosi.

Il secondo problema era che, quando FTX crollò, aveva dei soldi lì dentro. Lo ammise pubblicamente, cosa che pochi nella sua posizione avrebbero fatto. Di solito, dopo una truffa del genere, la gente si lecca le ferite in silenzio e non ne parla più. Ma Cobie lo ammise apertamente. Aveva fondi sull'exchange. E quei fondi ora sono spariti.

Il terzo problema era di natura filosofica.Cobie era noto da anni per la sua capacità di smascherare truffe, denunciare i malfattori e rappresentare la voce della ragione in un settore pieno di schemi Ponzi. Eppure aveva accettato investimenti da FTX, intervistato il suo fondatore e, come tutti gli altri, creduto che fosse una società legittima.

Come si supera una cosa del genere?

La risposta è: non serve, almeno per ora.Cobie e Ledger hanno sospeso UpOnly. Nessun annuncio, nessun episodio finale drammatico, solo silenzio. Per quasi un anno, una delle figure più in vista del mondo cripto è quasi scomparsa. Niente podcast, pochissimi tweet, nessuna apparizione pubblica a conferenze.

Forse è stata la scelta giusta, ma di certo non la più redditizia. Di solito, gli influencer tornano subito dopo una crisi, si scusano vagamente, promettono di fare meglio e continuano come prima. Il pubblico dimentica in fretta. Gli sponsor vogliono l'influenza, non la reputazione. Finché continui a postare, puoi superare quasi tutto.

Ma quando è tornato, ha portato con sé Echo.

Un'uscita inaspettata

Echo è stato lanciato nel 2023 con l'idea di permettere alle persone comuni di investire insieme ai venture capitalist in progetti cripto early-stage. Questo risolveva un problema reale. Nel mondo cripto, c'è un enorme divario tra il prezzo che pagano i retail investor e quello pagato dai venture capitalist. Questi ultimi possono investire in un progetto a una valutazione di 10 milioni di dollari. Quando il retail può comprare il token in borsa, la valutazione è già a 1 miliardo di dollari. I venture capitalist hanno già fatto 100x. I retail comprano in alto.

Echo cercava di colmare questo gap raccogliendo fondi dai retail e investendo in private round alle stesse condizioni dei venture capitalist. La piattaforma ha facilitato oltre 300 deal, aiutando i progetti cripto a raccogliere circa 200 milioni di dollari. Una cifra importante, ma comunque lontana dal volume che di solito giustifica un'acquisizione da 375 milioni di dollari.

Tuttavia, nell'ottobre 2025, Coinbase ha acquisito Echo per circa 375 milioni di dollari.

L'accordo includeva anche l'acquisto per 25 milioni di dollari dell'NFT di UpOnly. Si tratta di un non-fungible token che, una volta bruciato, Cobie e Ledger sono obbligati a produrre otto nuovi episodi. Puoi pensarlo come l'esercizio di un'opzione, solo che l'asset sottostante sono due persone che registrano un podcast. Coinbase ha pagato 25 milioni di dollari per questo meccanismo di creazione di contenuti forzata e molto costosa.

Probabilmente è la prima volta nella storia che bruciare un NFT crea un obbligo legale invece di distruggere valore.

Ma se analizzi la logica, l'acquisizione di Echo ha senso. Il concorrente di Coinbase è Binance, che già offre Binance Launchpad e altre piattaforme che permettono ai retail di partecipare alle vendite di token early-stage. Coinbase non aveva queste piattaforme, ma Echo sì. Quindi Coinbase ha acquisito l'infrastruttura, il brand e la community che Cobie ha costruito in oltre dieci anni, mentre Cobie non aveva come obiettivo il massimo profitto.

Ecco come Cobie descrive il risultato:

“Quando ho iniziato a costruire Echo due anni fa, sapevo che aveva il 95% di probabilità di fallire. Onestamente, non riuscivo a immaginare un altro risultato, ma pensavo che almeno sarebbe stato un fallimento nobile da tentare. Di certo non pensavo che Echo sarebbe stata venduta a Coinbase, ma così è andata.”

Probabilmente è la descrizione più onesta di un exit di successo che abbia mai letto.

Cosa significa per noi

La storia di Cobie sfida la narrazione tradizionale dell'arricchimento cripto. Di solito si dice: compra basso, vendi alto, ripeti fino a diventare miliardario. Se sei abbastanza audace, magari provi anche qualche trade a leva 100x. Ma Cobie non ha fatto così. Ha comprato bitcoin con 200 dollari, fatto qualche piccolo trade, creato un altcoin fallito, poi trovato un lavoro normale, tornato nel mondo cripto, sostenuto progetti validi, smascherato truffe, lanciato un podcast, costruito una piattaforma di fundraising e infine l'ha venduta a Coinbase.

È una storia molto più lunga e strana di “compra dogecoin a 0,0001 dollari e vendi a 0,70”.

Quando la gente ha ipotizzato che Cobie fosse miliardario, ha pubblicato un lungo post spiegando che non era così. Il suo patrimonio netto reale, inclusa l'uscita da Echo e dieci anni di investimenti cripto, potrebbe arrivare a nove cifre. È una fortuna enorme. Ma ci sono voluti 12 anni, ha superato diversi bear market, evitato truffe, frodi e fallimenti di exchange, e ha sempre scelto di non massimizzare il profitto a breve termine.

Cobie forse ha guadagnato di più trattando le criptovalute come una piattaforma per creare valore, piuttosto che come un casinò. Se è così, allora la maggior parte delle persone sta giocando al gioco sbagliato.

Crypto Twitter non vuole sentire storie di “arricchimento in dieci anni”. Ma forse è l'unico modo davvero praticabile.

Questo è Cobie. Ci vediamo al prossimo articolo.